
“La proposta di Fdi di rinegoziare il Pnrr, ai sensi dell’art 21 del regolamento, bloccherebbe l’intero Piano. Gran parte delle iniziative sono interdipendenti e ciò bloccherebbe il flusso delle rate previste. Inoltre, tutti i 27 paesi dovranno concordare le modifiche e l’Italia distruggerebbe il capitale reputazionale costruito con il Governo Draghi.
“Nel migliore dei casi, significherebbe avere un ritardo di almeno sei mesi sullo strettissimo orizzonte di completamento del Piano e di pagamento delle rate alla fine del 2026. Peraltro, dal momento che il rispetto degli impegni assunti con la Commissione europea è una delle condizionalità dello scudo anti-spread della BCE, la rinegoziazione del Pnrr ci indebolirebbe anche su quel fronte.
“Dobbiamo ancora ricevere 150 miliardi circa e il Piano va attuato così com’è, perché ogni ritardo vanificherebbe le moltissime misure che gli Italiani aspettano: dalla digitalizzazione della PA alla costruzione delle Case di comunità della salute, dalla transizione ecologica verso le rinnovabili all’istruzione, ai trasporti e così via.
In ogni caso ci sono già precise regole dentro l’impianto attuale del Pnrr che consentono aggiustamenti di carattere attuativo”.
Così in una nota Antonio Nicita, coordinatore programma Pd.