
“A i cittadini non interessa nulla della legge elettorale, i veri problemi sono altri!”. Quante volte abbiamo sentito ripetere, recentemente, specie da uomini politici, questa frase? E vero, certo, che in una famiglia i pensieri più assillanti sono per il reddito, il lavoro, il destino dei figli.
Se la macchina delle decisioni non funziona, se è imprigionata in un gorgo irrazionale, come quella italiana, ne discende che la comunità avverta che nessuno dei suoi problemi potrà essere, per tempo, affrontato e risolto. E così la democrazia diventa un puro costo, i politici una casta.
I cittadini avvertono quando la gelatina imbriglia le istituzioni e le costringe nella spirale dell’ingovemabilità. Davvero si può pensare che qualcuno abbia ritenuto razionale far cadere il governo Draghi con una guerra in atto, una escalation del costo energetico e di materie prime, una pandemia in agguato permanente, una crisi finanziaria e sociale devastante? E che si precipiti verso elezioni in settembre, prima volta, con una campagna elettorale iniziata in modo inquietante: con le risse sulle liste e, ancor peggio, con lo stupro di una donna usato per fini elettorali. Non è quindi proprio questa, davvero, la prova di una distanza siderale, oggi, tra governanti e governati?
La democrazia che non decide genera domande di tutela. E sempre stato così, nella storia contemporanea. La democrazia è una macchina che ha bisogno del funzionamento di ogni ingranaggio.
Da più di dieci anni, la democrazia è una porta girevole sempre attiva. Abbiamo visto davvero di tutto: governi con formule alternative guidati dalla stessa persona, alleanze tra soggetti che avevano giurato agli elettori che mai avrebbero governato insieme, partecipazioni continuative a coalizioni senza aver mai vinto le elezioni.
Credo sarebbe importante che le forze politiche decidessero di mettere finalmente ordine nel sistema elettorale, motore principale dell’ingranaggio, scegliendo una volta per tutte quale strada imboccare: o maggioritario o proporzionale. Quello che non è più sopportabile è l’inganno consumato nei confronti degli elettori, convinti, quando votano, di scegliere una coalizione che governerà. Da dieci anni, infatti, succede esattamente il contrario.
Diceva Calamandrei: «La democrazia per funzionare deve avere un governo stabile: questo è il problema fondamentale della democrazia. Se un regime democratico non riesce a darsi un Governo che governi, esso è condannato».
Walter Veltroni