
Sintesi dell’intervista di Giovanni Rodriquez sul Quotidiano Sanità
“Un potente investimento nella sanità pubblica non inferiore al 7 per cento del Pil in modo da proseguire quei decisi investimenti sul settore già avviati in questi anni con il ministro Speranza. E poi abolire il tetto di spesa per il personale. Personale e potenziamento della sanità pubblica: sono queste le due voci fondamentali attorno alle quali ruota il programma del PD”, così Sandra Zampa, responsabile nazionale PD salute, inizia la sua intervista parlando delle proposte del PD in tema di sanità, e aggiunge: “Proponiamo inoltre l’istituzione dello psicologo delle cure primarie collocando questa figura dentro un contesto più generale di rilancio della salute mentale pubblica, un settore che è stato letteralmente demolito negli anni. Il territorio deve sapersi fare carico di quelle che per la Meloni sono “devianze” da curare con lo sport. Dobbiamo saper rispondere anche a queste esigenze di salute, soprattutto quelle dei più giovani, e farlo magari anche all’interno di luoghi meno stigmatizzanti”.
“Si deve porre la sanità come punto prioritario della spesa pubblica, e questo perché l’economia è fortemente dipendente della salute come ci ha ampiamente dimostrato il Covid in questi ultimi anni. La salute non può più essere una variabile di spesa. Si tratta di una scelta politica”.
Per quanto riguarda il tema Covid, Zampa spiega: “Dobbiamo assolutamente proseguire la campagna vaccinale con la stessa forza con la quale è stata portata avanti fino ad oggi dal governo. Così come si deve proseguire con un monitoraggio serio dell’andamento epidemiologico. Da chiunque andrà a governare ci aspettiamo che non si vada a sprecare ciò che di buono è stato fatto e costruito nell’ultimo anno e mezzo di campagna vaccinale”.
Sandra Zampa affronta anche il tema dei diritti con un passaggio su legge 194 e sul fine vita: “Vogliamo garantire la piena tutela del libero esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e la piena applicazione in tutto il Paese della legge 194/1978. Si tenta di ostacolare l’accesso a un diritto di autodeterminazione acquisito per legge dalle donne. Quella incarnata dal centrodestra è una cultura che guarda indietro e non avanti. La maternità la si sostiene rendendo le donne libere, consapevoli e informate sulla propria salute sessuale e riproduttiva”, e chiude: “Sul fine vita penso che si debba partire da quanto iniziato in questa legislatura per arrivare finalmente ad una legge che dia seguito ad un pronunciamento da parte della Corte Costituzionale”.
Intervista integrale su Quotidiano Sanità